L’esperienza della meditazione in 7 profondi insegnamenti

La meditazione che porto è molto più che una pratica: è un viaggio interiore che ti conduce alla scoperta di chi sei realmente. In questo articolo approfondiremo 7 insegnamenti di maestri spirituali, ognuno accompagnato da riflessioni e spunti per chiarire questo cammino di ricerca spirituale.

Questa idea nasce come conto alla rovescia o calendario dell’avvento poichè manca una settimana all’inizio dell’Intensivo di Illuminazione d’autunno. Voglio celebrare questo tempo con una raccolta di citazioni e riflessioni che portano insegnamenti profondi su cosa sia la meditazione e su ciò che aprirsi al momento presente possa portare di grandioso nella tua vita.

Torna ogni giorno su questo articolo per trovare una nuova citazione con il mio commento.
Buona lettura e sono sempre qui per rispondere alle tue domande e/o accogliere ciò che questi scritti ti suscitano.

 7. Io sono, l’esperienza umana del momento presente

La meditazione non è sforzo. È semplicemente la scoperta che tutto ciò che cerchiamo è già presente in noi stessi. Osho

Mi sono accorta lavorando con persone che si affacciano per la prima volta alla pratica della meditazione che si ha un concetto un po’ errato di che cosa sia meditazione. Si pensa che per meditare sia cercare di andare da qualche parte, cercare di fare qualcosa, ad esempio fare vuoto nella mente, smettere di pensare, smettere di vivere quella data emozione e che questo diventi un po’ noioso.
No. La meditazione è tutto il contrario. Significa abbracciare appieno il momento presente. Lasciare accadere tutto ciò che deve accadere, lasciarti attraversare da ciò che ha da attraversarti. Come farlo è la strada. Lo facciamo rimanendo presenti senza agire ciò che ci viviamo, rimanendo spettatori attivi, bambini curiosi aperti all’esperienza del presente che si manifesta di fronte a noi
Questo significa contemplare la meraviglia.
E alla fine la meraviglia scopri di essere tu. Che non c’è altro da te, nessun altro posto dove andare, nessun altra azione da compiere, nessun altro modo di essere. Tu sei semplicemente, immensamente tu.
E scoprire questo riempie di bellezza e ricchezza la tua vita, le azioni anche le più semplici si fanno ricche, piene appaganti. Smetti di cercare forzatamente qualcosa, di volere qualcosa dall’altro. Sai che tu sei. Sai di essere.

6. Vivi una vita straordinaria

La pratica della meditazione trasforma il comune in straordinario. — Giorgia Edvige Garrone

Questa riflessione racchiude una verità che ho visto emergere nel percorso di ricerca per molte persone.

Ogni giorno diventa una vita. Il tempo si espande. Ogni gesto che prima era routine e monotonia si fa intimo: respirare, camminare, stare in silenzio un santuario sacro in cui rifugiarsi ogni volta che è possibile.

Si bacia diversamente, si mangia diversamente, si accarezza diversamente.

La pratica della meditazione ci abitua a dare consapevolezza a questi momenti e ciò che prima appariva come ordinario, si rivela pieno di profondità, significato e bellezza.

Ho visto persone ritrovare meraviglia in cose che prima consideravano banali. Una donna che seguo nelle sessioni individuali, dopo alcuni incontri, mi raccontò di come il semplice gesto di prepararsi il caffè la mattina le sembrava improvvisamente più appagante e pieno di significato.

Non è la realtà esterna a cambiare, ma il modo in cui la viviamo. Quando siamo pienamente presenti, ogni gesto si riempie di sacralità, ogni azione diventa un’opportunità per connettersi con la vita in modo più profondo.

Questo è il potere a cui ci allena la meditazione: portare consapevolezza nel qui e ora, trasformando ogni istante in un’occasione per sentirsi vivi, radicati e connessi. Vivere nel momento presente, con occhi e cuore aperti, è la chiave per scoprire la straordinarietà nascosta nelle cose più semplici. Questa è una delle scoperte più belle che vedo fare ogni giorno, ed è un dono che la meditazione ci offre.

5. Meditare è Abbracciare la Realtà

La meditazione non è fuggire dalla realtà, ma abbracciarla più pienamente. — Thich Nhat Hanh

Talvolta quando parlo di meditazione mi viene detto da persone che hanno un buon successo con la parte materiale della vita che la meditazione non fa per loro perché a loro piace stare esattamente dove sono radicati nella materia nelle cose che si possono vedere e toccare oppure mi sento dire che “fare i ritiri” di meditazione è una fuga dalla realtà vera.

Ecco questa citazione cade a fagiolo per spiegare a te che magari vuoi rimanere radicato nella materia quanto la Meditazione sia nella materia.

Di quale realtà vera stiamo parlando? Di quella dell’ego, degli attaccamenti, quella che la Bhagavad Gita chiama rimanere legati al frutto delle proprie azioni, ossia quella dimensione in cui siamo costantemente impegnati a ottenere, accumulare e difendere ciò che crediamo ci dia sicurezza e felicità. Questa è la realtà che spesso viene scambiata per l’unica realtà “vera”, quella materiale, fatta di successo, possesso e ruoli sociali.

La meditazione non ci chiede di abbandonare la materia, né di fuggire dalla vita concreta. Al contrario, ci insegna a vivere nella materia con maggiore consapevolezza. Ci invita a guardare in faccia la vita e ad imparare a confrontarla invece che mettercela via.

Partecipando ai ritiri di meditazione ci doniamo uno spazio intimo e protetto dove osservare l’illusione della realtà reale per abbracciare la realtà reale, quella vera, quella che non cambia, è immutevole, immutata e imperturbabile.

Ho vissuto più volte accadere queste trasformazioni e ne porto un paio di esempi:

  • un uomo in una fase di forte stress lavorativo. Ha partecipato all’Intensivo di Illuminazione sperando di “spegnere la mente” e allontanare le preoccupazioni. La meditazione l’ha condotto a fare l’esatto opposto: a sedersi con il suo stress, a guardarlo in faccia, a respirarlo, senza forzare nè resistere. Osservandolo ha potuto notare come e quando sorgeva in lui, accogliendolo ha potuto notare come questo iniziasse a perdere potere su di lui, gli ha dato indicazioni su piccoli ma essenziali aggiustamenti nel suo stile di vita.
  • una donna con una situazione complessa a livello familiare con traumi profondi nell’infanzia ha potuto abbracciare il suo dolore e per la prima volta dirgli sì. E’ stato un movimento di trasformazione molto importante per lei che l’ha portata ad essere in intimità con la vita e con gli altri. Dicendo sì al dolore si è accorta di non essere più sola. La meditazione le ha permesso di togliere quel velo di separazione tra lei e la sua umanità e di tornare a fluire nella vita essendo disponibile.

4. Diventa un Osservatore Silenzioso

Nella meditazione, diventi l’osservatore silenzioso del tuo universo — Giorgia Edvige Garrone

La meditazione insegna ad osservare. E’ un allenamento interiore.

Osservare è molto utile per conoscerti profondamente. Comprendi di più l’universo di cui sei composta/o: le nuvole delle emozioni, i deserti delle paure, i cieli stellati dei sogni, i mari burrascosi dei rimpianti, i laghi della pace, i ruscelli gorgoglianti della gioia.

Osservare ti fa notare che sei altro da questi paesaggi. Ad esempio che le nuvole delle emozioni arrivano e vanno.

Scopri di poter smettere di essere questo o quello. Che non sei questo o quello. Comprendi di essere un punto fermo, stabile, immutabile oltre tutto questo o quello, un osservatore silenzioso, appunto.

E viaggiare in questo universo si fa davvero interessante. L’esperienza di una vita.

3. Guardare dentro

Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia.

Non si diventa illuminati immaginando figure di luce, ma portando alla coscienza l’oscurità. — Carl Jung

Ho incontrato per caso queste due citazioni di Carl Jung che conosceva bene l’animo umano pur non avendo incontrato la meditazione.

Molte persone si iscrivono ai ritiri di meditazione per alleviare dolore e stare bene, per trovare pace. Essere felici. Quello che trovano è molto più che questo.

Quello che trovano è la loro autenticità.

La meditazione allena uno sguardo profondo dentro di sé confrontando ciò che normalmente tendiamo a nascondere. Lo andiamo a contattare, ad osservare e poi nella meditazione in diade lo presentiamo al nostro partner che ci ascolta e che ci riceve completamente.

Questo ci fa andare più in profondità, svuota la mente e ci consente di accorgerci che siamo liberi.

Ricordo una partecipante che, esplorando antichi rancori e paure, mi disse: “E’ stato tosto confrontare quel dolore. Pensavo di doverlo scacciare per stare bene, ma adesso mi rendo conto che è accogliendolo che mi sento più forte.”

L’illuminazione può avvenire quando abbracciamo ogni parte di noi, quando smettiamo di escludere e iniziamo a integrare. È così che la meditazione diventa un risveglio: portiamo alla luce tutte le sfumature del nostro essere, scoprendo che dentro di noi c’è uno spazio vasto e completo, in cui non c’è nulla da nascondere o evitare. In questo abbraccio totale, siamo finalmente autentici e liberi.

2. Fallo con gioia

Divertiti, fallo con gioia – Giorgia Edvige Garrone

È l’augurio che faccio ai miei figli ogni mattina quando li saluto prima di entrare a scuola. Un mantra.

Quando ti diverti il tuo essere sorride, sei in armonia con il tutto, fluisci con la vita. Per divertirti sei naturalmente aperta/o.  Non puoi divertirti essendo chiusa/o in te stesso.

La verità è che la tua vera natura è gioia.

Se osservi un bambino di 1 – 2 anni mentre gioca puoi notare che si trova in uno stato di gioia perenne anche quando piange. Sta giocando, ma in realtà quelli che sta facendo è curiosare per il mondo, sperimentare. È pura vita che si esplora.

Quando sei curiosa/o sei in contatto con te e risvegli la bellezza e la meraviglia della vita. Quando ti esprimi in modo autentico nella vita, aperta/o, fiduciosa/o, sei nella gioia. La gioia è il tuo stato d’essere naturale

È quello che si può osservare durante il terzo giorno dell’Intensivo di Illuminazione. La meditazione, praticata in modo profondo e continuativo come avviene durante l’Intensivo, ci apre a una gioia che nasce dal semplice essere presenti. Ogni gesto, comunicazione, accadimento diventa un’occasione per incontrare la bellezza e la completezza del momento

1. L’eterno presente

L’esperienza diretta della meditazione è quella di essere totalmente qui, senza passato e senza futuro, solo l’eterno adesso. In quel momento, ti rendi conto che sei sempre stato completo. – Eckhart Tolle

Come ho spiegato qualche tempo fa in un reel noi siamo sempre immersi in un’esperienza diretta della Verità, siamo sempre nell’amore solo che non ce ne accorgiamo.

I saggi dicono che c’è una cosa che se c’è una cosa che veramente possediamo è il tempo. Ma che cosa significa? Di quale tempo parlano? Dell’unica realtà che esiste: questo eterno presente che è il tempo dell’anima.

E questo eterno presente è quello a cui ci apriamo nella pratica della meditazione.

È nel qui e ora che incontriamo: nel respiro che entra ed esce, nel sentirsi seduti sulla sedia, nell’osservare il piede che tocca il pavimento, nel portare il cucchiaio alla bocca, nello sbucciare un’arancia, nell’osservare il tramonto.

Ciò che siamo già è. Non è qualcosa da cercare o trovare. Al contrario, fermarci ed incontrarci qui è ciò che allena la meditazione.

Lo dico nelle sessioni individuali quando osservo che emerge nella persona che sto accompagnando la resistenza ad un pensiero, ad una emozione: Lasciala essere.

Una volta durante una sessione una donna mi disse: “è tutto perfetto così com’è, non c’è nulla da cambiare, è tutto perfetto così come è”.

Sì.

Questa è la potenza dell’eterno presente.

Nell’eterno presente, tutto ciò che rimane è la semplice consapevolezza dell’essere. E in quell’essere, siamo completi. Sempre.

0. Tornare a Casa

Quando medito, ritorno a casa. – Giorgia Edvige Garrone

Ti ricordi le serate “Sentirsi a casa” che conducevo lo scorso anno? Ecco erano nate proprio mosse da questo intento. Portare le persone attraverso la pratica della meditazione a ricordarsi com’è sentirsi a casa, sentirsi a proprio agio in se stessi. Ecco dalla prossima settimana ricominceranno in Spazio Mandorla.

Perché meditando accade questo Sentirsi a Casa?

La sensazione di “ritorno a casa” nella meditazione è qualcosa che molte persone descrivono.

Penso che racchiuda un aspetto molto profondo del nostro essere.

Nella vita quotidiana, siamo spesso presi da mille pensieri, decisioni da prendere, dubbi e domande, preoccupazioni, desideri e aspettative.

 Ci identifichiamo con i ruoli che assumiamo: siamo genitori, professionisti, partner, figlie e figli.

Nel momento in cui ci sediamo a meditare, c’è uno spazio che si apre, uno spazio in cui possiamo finalmente lasciar andare tutte le maschere e ritornare a quello che siamo veramente, al di là di tutto. Nella meditazione possiamo essere esattamente così come siamo.

È come spogliarsi di quell’abito – anche bellissimo – di quel tailleur, di quei tacchi, per infilarci in un bel pigiama morbido e accomodarci su un accogliente divano.

Diventiamo quell’accoglienza e quella gentilezza che ricerchiamo tutto il tempo correndo freneticamente da un impegno ad un altro.

La sensazione è di ritrovarsi in un luogo che abbiamo sempre conosciuto, ma avevamo dimenticato, sommersi dai rumori del mondo.

Ricordo una partecipante al termine dell’ultimo Intensivo di Illuminazione che condivise un commento e le sue parole più o meno suonavano così: “Ho realizzato che non ho nulla da fare o da essere. Il semplice esistere è appagante in sè”.

Questa è l’esperienza del Sentirsi a Casa, un ritorno a chi siamo davvero.


E con questa ultima riflessione chiudo questo ciclo di insegnamenti che ci hanno accompagnate/i fino alle soglie del ritiro di meditazione, l’Intensivo di Illuminazione d’autunno.

Attendo le tue domande.

Con Amore Sempre,

Giorgia

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